L’intero dipinto è una lunga e articolata fila di personaggi incamminati verso l’entrata del Cinema Dante. Grandi e bambini, pagliacci, soldati, imprenditori e massaie, donne velate, muratori, animali e strane creature. La fila acquista il significato di una processione partecipata, una vera e propria manifestazione (si nota lo striscione con scritto CULTURA) diretta a riappropriarsi di un luogo. Questo spunto è ripreso dal finale del film "Splendor" del 1989 di Ettore Scola, una pellicola che omaggia il cinema e che, secondo le parole del regista, si conclude con una vera e propria occupazione della sala da parte del pubblico per evitarne la svendita e la futura destinazione a centro commerciale.